LO SCHIPPERKE

Denominato affettuosamente “piccolo demonio nero” è un cane belga, per l’esattezza fiammingo, ma i suoi progenitori erano noti anche nel Nord della Francia e in Olanda. Si potrebbe infatti riconoscere nel piccolo “cane nero senza coda, terribilmente birichino” del quale parla nelle sue cronache il monaco olandese Wenceslas, vissuto nel XV secolo. Già nel ‘600 era il cane preferito dai calzolai e dai battellieri: a lui spettava il compito di fare la guardia alle imbarcazioni ed era inoltre abilissimo a dare la caccia ai topi ed altri roditori. La sua funzione era proprio quello di guardiano delle barche di notte e quella di difendere la merce dai topi che infestavano le barche. Sulle sue origini c’è ancora del buio: secondo alcuni studiosi deriva dal volpino di Pomerania, secondo altri un cane da pastore di taglia variabile diffuso tra Belgio e Olanda. Una storia narra che in pieno sedicesimo secolo, il principe Guglielmo d’Orange (1533 – 1584) si sarebbe salvato da un attentato grazie al provvidenziale intervento di due cani piccoli neri senza coda Non passò molto tempo che questo simpatico diavoletto entrò nelle grazie dell’aristocrazia facendo compagnia alle donne nei salotti. In dialetto fiammingo schipperkee significa petit berger (piccolo pastore) e anche petit capitaine (piccolo capitano). L’antenato comune dei Pastori belga e degli Schiperkees sarebbe un cane da pastore, di razza antichissima, nero e molto piccolo chiamato “Leuvenaar”. La suo origine risale al 17esimo secolo. Intorno al 1690 lo schipperkkee era il cane preferito dal popolo e dai calzolai di Bruxelles nel quartiere di Saint-Gery, che organizzavano dei concorsi domenicali per esporre i loro collari in rame e ottone cesellato e dove venivano esposti i loro cani. Sembra che in una di simili occasioni un calzolaio sconfitto attirasse in un vicolo il cane vincitore e gli tranciasse la coda per sfregio. All’indignazione generale per questo episodio brutale, seguì grande ammirazione per questo soggetto che, pur senza coda, appariva molto bello. Da qui nacque la moda di preferire i cani che nascevano con la coda corta; per cui questa caratteristica, del tutto fortuita, si trova fissata in soggetti che nella seconda metà del secolo scorso hanno dato vita alla razza. In questo periodo i cani, già privi di coda (giacché non privi di coda, non nascono anuri viene loro tagliata) con il mantello nero, sono i compagni dei battellieri lungo i canali delle Fiandre e del Brabante. Vennero chiamati Spitz, per cui i tedeschi sosterranno a lungo che il vero progenitore dello Schipperkee è da ricercare nei loro Pomerania, ma con poco successo, giacché sarà facile per i cinologi belgi dimostrare la completa autoctonia di questi cani. A prima vista, lo Schipperke può trarre in inganno. Il suo aspetto fa pensare a un piccolo spitz mentre il carattere inquieto e ardimentoso ricorda quello di un terrier. Ma lo Schipperke non è né l’uno né l’altro: è un pastore, il più piccolo pastore del panorama canino. La razza fu riconosciuta nel 1882 quando un gruppo di esemplari venne presentato all’esposizione di Spa. Le fu allora attribuito il nome di Schipperkee (sembra da Shipper, battello, e da Ke, che in fiammingo è un suffisso diminutivo: quindi piccolo battelliere. Secondo alcuni autori il nome potrebbe derivare da sheeperke e significherebbe, di conseguenza, piccolo pastore e ciò sarebbe avvalorato della somiglianza che questo cane ha con un’altra razza belga, il Groenendal. La razza è stata selezionata in Fiandra (Belgio) da un comandante di marina, tale Reussens e, da quando è comparso la prima volta nel 1880 in una esposizione, il suo successo lo ha fatto esportare in tutto il mondo, oggi questa razza è diffusa in Belgio, Olanda, Francia, Inghilterra e Stati Uniti. In Italia invece è rarissimo forse perché poco conosciuto. La sua moda fu introdotta dalla regina Maria Enrichetta del Belgio. La sua introduzione in Gran Bretagna e negli Stati Uniti è datata 1887. Fu riconosciuto dal Club Royale du Schipperkee di Bruxelles nel 1886. Il primo standard fu fissato nel 1888 dal club responsabile della razza, fondato lo stesso anno ed è il più antico club di razza in Belgio. Nel corso degli anni è stato necessario unificare lo standard, poiché all’epoca si parlava di varietà d’Anversa, di Louvain e di Bruxelles. Le origini dello Schipperke sono piuttosto oscure: si racconta che questi piccoli cani popolassero le navi e le barche fiamminghe e fossero particolarmente apprezzati sia per la compagnia che per le loro doti di cacciatori di topi. La prima testimonianza scritta dell’esistenza di questa razza risale al XV secolo, quando il piccolo cane nero e senza coda era considerato personificazione del demonio. La parola “schipperke” nel dialetto fiammingo significa per alcuni “piccolo pastore” per altri “piccolo capitano”. Se l’etimologia è incerta e ambigua, sappiamo però di sicuro che la razza deriva da un antico cane da pastore, chiamato “Leuvenaar”, diffuso nei pressi della città fiamminga di Leuven. Ed ecco svelato il mistero della parentela dello Schipperke con gli altri pastori belgi: il piccoletto condivide infatti con i cugini più grandi e famosi questo antenato comune. Le due tipologie si differenziarono presto però: gli esemplari più piccoli dell’antico Leuvenaar trovarono impiego come cani da guardia nelle fattorie e come cacciatori di nocivi e diedero vita allo Schipperke moderno, mentre i cani di razza più grande vennero utilizzati come pastori. Verso la fine dell’Ottocento, lo Schipperke si diffuse per tutto il Belgio, sia nelle città che nelle campagne ma la sua fama raggiunse l’apice quando divenne il cane preferito della regina Maria Enrichetta del Belgio. Il primo standard della razza fu redatto nel 1888. Standard. Altezza al garrese non fissata dallo standard. Peso: nani meno di Kg 3, piccola taglia da 3 a 5 Kg, taglia grande da 5 a 9 Kg. La testa è simile a quella di una volpe. La fronte è piuttosto larga e va restringendosi verso gli occhi. Il muso è affilato, ma non eccessivamente allungato. Lo stop è poco accentuato. Il petto è largo sul davanti, dietro le spalle e profondo. Corpo corto e raccolto. Il dorso è orizzontale. Il rene piuttosto largo e robusto. Il ventre piuttosto retratto. La coda una volta assente, oggi invece, in virtù della nuova normativa che vieta il taglio della coda e delle orecchie (già in vigore negli altri stati europei) è presente e viene tenuta all’insù come avviene nei piccoli spitz e nei volpini. Cosce molto larghe, lunghe e muscolose. Garretti vicini a terra. Piedi piccoli, rotondi, chiusi. Unghie diritte, forti e corte. Pelo abbondante e duro, raso sulle orecchie, corto sulla testa, sulla parte anteriore degli arti e sui garretti, allungato attorno al collo a formare una criniera e sulla parte posteriore delle cosce, dove forma dei calzoncini, abbastanza corto sul resto del corpo. Mantello di colore completamente nero. La federazione Cinologica Internazionale (FCI) nel 1991 non si è sbagliata, quando in occasione della riforma della classificazione delle 30 razze canine ha inserito lo Schipperkkee nel Gruppo 1 – Sezione 1 “Cani da Pastore e Bovari (esclusi i Bovari Svizzeri), senza prova di lavoro, al n° 83. Come si può ben notare non è stato incluso nel gruppo delle razze da compagnia, ma proprio in virtù del suo carattere e del suo temperamento, nel gruppo dei cani da pastore, nei quali si riconosce a pieno titolo, essendo un vero e proprio pastore belga in miniatura. E’ un cane molto longevo, la sua vita media è di circa 15 anni, ed inoltre è un soggetto molto sano, esente da tante patologie. Carattere. Di struttura solida, robusta, aspetto muscoloso. è un ottimo e fedele cagnolino da guardia. Caratterialmente è vivace e sempre in movimento, pieno di vitalità, non da confidenza agli estranei, molto affettuoso con la persona amata. Irrequieto, agile ed infaticabile, conosce le usanze della casa, sempre curioso com’è di sapere che cosa succede dietro ad un uscio, attento a qualsiasi oggetto si sposti, pronto a tradire le sue sensazioni con la sua voce stridula e la criniera drizzata. Mordace davanti agli oggetti che ha in custodia, eccellente cane da guardia. Ricerca la compagnia dei cavalli, caccia le talpe ed altri animali nocivi; può venire utilizzato nella caccia al coniglio, di cui scova le tane, così come pure insegue la lepre. Grazie al suo finissimo fiuto, in Francia è divenuto un cane da catastrofe: è abilissimo nella ricerca delle persone poiché grazie alle sue dimensioni si intrufola dappertutto e compare da un po’ di tempo anche nella gare di agility. Dotato di una comprensione eccezionale, la Commissione Nazionale di Agility francese classifica i cani in differenti categorie a secondo della taglia al garrese. Per la sua taglia lo Schipperkee è stato inserito nella categoria A riservata ai cani con una altezza al garrese di meno di 37 cm. La pioniera fu Tanit du Bois du Tot condotta da Jean Luc Brechet. Da notare la Vice Campionessa di Francia Lieboy du Chemin des Venelles condotta da Yannick Brechet. Attualmente in Francia si possono stimare una ventina di soggetti che praticano questa disciplina che valorizza non solo la complicità che lega questo piccolo cane al suo compagno, ma soprattutto l’elevata attitudine al lavoro di questa razza. Altra disciplina esclusivamente francese consiste nella prova olfattiva e di ricerca denominata “Pistage” che in Francia l’allora Presidente dello Schipperkee Club, sig.ra Charneau chiese alla Società Centrale Canina Francese una deroga per permettere a questi piccoli cani, non sottoposti alla prova di lavoro, di poterVi partecipare. E’ un cane attivo, esuberante, curioso, sicuro di sé. Piuttosto diffidente con gli estranei, è estremamente possessivo nei confronti della famiglia e del padrone. E’ un guardiano fiero e determinato che, dimentico delle sue minuscole proporzioni, difende con ardore il suo territorio, sia che si tratti di una grande proprietà che di un modesto appartamento. E’ un cane che si adatta bene ad ogni situazione, purché sia reso partecipe delle attività del suo “branco”. E’ intelligente e apprende con facilità: lasciato a se stesso però si annoia e le sue energie inutilizzate possono sfociare in comportamenti distruttivi. Per questo motivo è consigliabile tenerlo occupato sia fisicamente che mentalmente. E’ attaccato al padrone, e allo stesso tempo è un cane indipendente e sicuro di sé. Convive bene con gli altri animali, e adora in particolare i cavalli con cui in passato ha condiviso la vita di stalla. Lo Schipperke è sano, robusto e molto longevo pare che vi siano esemplari vissuti oltre 20 anni. Lo schipperkee è dotato di un carattere vivacissimo e giocoso e come il pastore belga è dotato di una grande propensione all’addestramento ed all’obbedienza. Può vivere tranquillamente sia in casa, sia in giardino. Va regolarmente spazzolato.

A cura di Max Ceriani La presente pubblicazione o dispensa è protetta dalla legge del copyright e, pertanto, si diffida chiunque ad utilizzarla senza il preventivo consenso dell’autore. I trasgressori incorreranno nelle sanzioni previste dalla normativa vigente. 12/01/2009 Max Ceriani Delfino

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